Archi-Vitruvio: dai sotterranei a un cocktail con Marinetti
DAI SOTTERRANEI A UN COCKTAIL CON MARINETTI
a cura di Ines D'Orazio
Come avrai capito dalle esperienze raccontate finora, i percorsi di Vitruvio non nascono solo da conversazioni del gruppo di lavoro in sala riunioni. La scintilla che fa partire un nuovo progetto può essere un’idea, una vecchia storia o un luogo interessante da far scoprire, ma il qualcosa in più lo aggiunge l’esperienza sul campo. Cosa intendiamo? Non la fruizione finale, il risultato di scrittura, comunicazione e prove fatte da guide e attori. Stiamo parlando di sopralluoghi ed emozioni che raccogliamo nei posti che diventeranno teatro di una visita guidata o di uno spettacolo itinerante.
Ognuna delle iniziative in calendario ha una gestazione interessante, a volte complicata, altre volte divertente. Può capitare di dover chiedere tanti permessi per accedere a un luogo e dover aspettare molti mesi prima di poter mettere in pratica un percorso pensato da tempo. Può capitare di dover rimaneggiare il testo di uno spettacolo più volte, prima di calibrare tempo e parole. E può capitare anche che, nel mentre si effettua un sopralluogo, si scoprano “bellezze nelle bellezze”. Chicche inaspettate, che arricchiscano le esplorazioni.
Bologna è piena di sorprese del genere. Passeggiando in via dell’Indipendenza, per esempio, ti sarà certamente capitato di guardare le auto con autista che si fermano davanti al civico numero 8, di fronte il magnifico ingresso del Grand Hotel Majestic “Già Baglioni”. Questo storico albergo bolognese i sorge in un palazzo del XVIII secolo. L'edificio fu realizzato dall'architetto Alfonso Torreggiani per volere di Papa Benedetto XIV, dapprima come seminario arcivescovile. La sua trasformazione in albergo avvenne nel 1912.
Proprio in questa struttura maestosa, che ci ha accolti e aperto le sue porte, Onorina Pirazzoli ha fatto irruzione più volte per mostrare alcune meraviglie. Sapevi che all’interno del Grand Hotel, nei suoi locali sotterranei, è possibile ammirare una sezione stradale di circa dieci metri appartenente a uno dei decumani minori della Bononia romana? O che alcune sale furono affrescate dai Carracci? E che puoi sorseggiare un cocktail in coppetta Martini al Caffè Marinetti, che intrecciò la sua storia con quella del movimento futurista?
Onorina Pirazzoli ricorda bene quando accadde, com’era da immaginare.
Nella notte tra il 20 e il 21 marzo del 1914 più di 500 visitatori paganti si ritrovarono nei sotterranei dell’Hotel per ammirare le opere di cinque giovanissimi artisti: Giorgio Morandi, Mario Bacchelli, Osvaldo Licini, Severo Pozzati e Giacomo Vespignani. Una mostra che durò appena 24 ore, organizzata da Marinetti, che al Baglioni amava soggiornare. Da quel momento l’allora Hotel Baglioni divenne uno dei quartieri generali del Futurismo.
Questa è Bologna: rimani affascinato da un portico, dall’ingresso prestigioso di un albergo e vieni attirato nell’incanto dalla scoperta.
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