Archi-Vitruvio: Dai sotterranei al Delta
DAI SOTTERRANEI AL DELTA
a cura di Francesco Nigro
Perché il Delta? O meglio perché le acque della pianura? Cosa c’entrano con Bologna? Cosa c’entrano con noi?
La risposta sarebbe lunga e sfaccettata, partendo dall’evoluzione storica ed idraulica della pianura per arrivare a stretti legami che difficilmente si possono sospettare e che, in un’esplosione di colori e natura, diventano oggetto delle nostre escursioni.
Seguendo le vie d’acqua bolognesi, abbiamo fatto molto strada, ma, in fondo, si tratta di luoghi a portata di mano, parte del paesaggio che rende così varia la regione.
Luoghi dal fascino magnetico che frequentavo da studente, quindi da biologo naturalista e dove torno oggi come guida.
Il Parco del Delta del Po Emiliano-Romagnolo si estende su 53.653 ettari, suddiviso in sei stazioni tra le provincie di Ferrara e Ravenna, partendo dalle preziose Saline di Cervia a sud e spingendosi fino al ramo del Po detto di Goro a nord, oltre il quale entriamo nel Parco del Delta del Po Veneto. Nell'insieme una composizione geomorfologica unica che ha determinato il trionfo della biodiversità (solo parlando di avifauna, si superano le 300 specie segnalate) e il riconoscimento del Delta del Po a Riserva della Biosfera nel programma MaB Unesco nel 2015.
Per quanto senza alcun dubbio fondamentali, queste sono parole e numeri.
Abbiamo sperimentato un paesaggio rimodellato, mutato, graffiato dall’uomo e coperto dall’acqua. Mille scoli, canali, argini, valli brulicanti di aironi, piovanelli, chiurli…e in questo la memoria viva di una storia e di una cultura valliva che sconcerta per quanto esotica e vicina.
Abbiamo visto scontri feroci fra elementi inconciliabili e incredibili fusioni fra opportunità umane e naturali, siamo scivolati davanti a decine di fenicotteri, senza che nessuno prendesse il volo, assistito allo spettacolo dell’acqua che lampeggiava di un blu elettrico ad ogni calata di bilancia, assaggiato quanto veniva pescato e fritto sul momento, ospiti improvvisati di pescatori del posto, vissuto increduli l’illusione ottica di un doppio tramonto in angoli opposti dell’orizzonte, camminato lungo lingue di sabbia che si aprivano su distese immobili e surreali, dove acqua e cielo diventano una sola cosa.
Questo è la meraviglia che il Delta, che le acque della nostra pianura riservano a chi non si ferma solo alle parole e ai numeri.